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«Non ci troviamo di fronte ad un momento esatto dell'amore, piuttosto a quella conturbante tattilità che creano alcuni momenti di particolare sospensione amorosa, in cui null'altro al mondo esiste se non i due amanti e le loro sensazioni. La silloge di Andrea Pavei è quasi l'elogio alla sensualità, quel distaccarsi da una dimensione terrena e corporea per riscoprire l'amore vivo, quello che si alimenta di una dimensione extrasensoriale, perché l'amore non è mai un solo aspetto, è vivere l'esperienza di coppia a 360 gradi, in infinite percezioni.» (dalla Prefazione)